Raccolta di Figurine - Capitolo 6

Figurina numero 6: MARCO BORRIELLO (22)

BORRIELLO, Marco. 27 anni. Centravanti del Milan. Detto “Il Nino” (così almeno garantisce il sito del suo fan club). Nella lista dei 28 in attesa di una chiamata per il Sudafrica Borriello c’è. C’è anche nella classifica del cannonieri di quest’anno: 14 gol come Totti, Vucinic e Barreto. Peccato che l’anno nel quale ha finalmente potuto indossare la maglia di titolare, decisamente positivo per lui, sia stato anche il più opaco da tanti anni a questa parte per il Milan.
E sì che quella maglia se l’è sudata. Emigrato da Napoli a 14 anni per le giovanili del Milan, Borriello ha vestito i colori di Treviso, Triestina, Empoli, Reggina, Sampdoria, Genoa (19 gol in una stagione) prima di tornare a San Siro da prima punta. Con tutte le prebende del caso: fidanzata velina, casa a Milano in Foro Bonaparte, macchinone, bella vita a due passi. Ma ci torneremo.
Segnaliamo intanto il ritrovamento in Rete di una petizione intitolata “Via Borriello da Milanello!”. Risale all’ennesimo ritorno di Borriello in rossonero, nel 2008. Dice: “E’ un giocatore da Milan questo? E’ lui il grande colpo di mercato che farà tornare la squadra ai vertici del campionato italiano? Beh allora, cari tifosi, preparatevi all’obbiettivo zona Uefa per il prossimo anno. Si è parlato di Drogba, Ronaldinho, Eto’o, Adebayor, per poi acquistare Marco Borriello?” Esagerati.

E comunque Ronaldinho è arrivato, e da Berlusconi fu persino usato come argomento di campagna elettorale. Invece, è difficile dire se Marco Borriello abbia un posticino nel giardino delle delizie partenopeo/campano/brasiliano del Cavaliere brianzolo (Apicella, Naomi, Mara Carfagna, Borriello, Angelino Alfano…), o se sia soltanto l’uomo giusto (o quasi) nel posto giusto, al centro dell’area a segnare goal. E’ partito da San Giovanni a Teduccio, da tifoso del Napoli, frequentatore del San Paolo, e al Napoli sognerebbe ritornare ricco e onusto di gloria ma per sempre scugnizzo. Lui lo ha detto. Chissà.
Vero è che la sua presenza sui rotocalchi, nelle trasmissioni del pomeriggio e nel gossip di bassissima lega ne fanno quasi una caricatura del calciatore italiano, una specie di versione nostra – una delle poche in fondo – delle star del football inglese (John Terry) o francese (Ribery!) attraverso le quali la piovra iperrealista allunga i suoi tentacoli nel mondo del calcio (peraltro cedevole ad argomenti simili fin dalla notte dei tempi). E questo non sempre gioca a suo favore. Vecchia storia. Herrera cacciò dall’Inter per molto meno Angelillo. Il portiere del Milan Lorenzo Buffon invece si sposò nel 1959 la valletta di Mike Bongiorno, Edy Campagnoli, e si ritrovò a esser chiamato “signor Campagnoli”. Ci si incazzava parecchio.

Parliamoci chiaro: Belen è tornata da Borriello, come sparava lo stesso Panorama che aveva l’esclusiva di Mourinho in copertina? Oppure è tutta una manfrina di lei per ingelosire Fabrizio Corona? Perchè di questo si parla. E cosa c’entra col modulo 4-2-fantasia? E col licenziamento di Leonardo (incompatibile con Berlusconi “a livello di modo di essere e di stile”?) Non tiro conclusioni affrettate. L’antiberlusconismo di maniera non mi interessa. Però la storia tra Belen e Borriello è un classico dei tempi nostri, eccome. Ha il suo momento indimenticabile quando Borriello venne beccato positivo al cortisone dopo Milan-Roma del novembre 2006 (1-2 a San Siro doppietta di Totti lanciato da una rabona da urlo di Aquilani). Disse Belen in quell’occasione: “Il mio dermatologo mi ha prescritto una crema a base di cortisone per curare un’infezione e soprattutto l’astinenza sessuale per qualche giorno. Poi mi sono fermata a dormire a casa di Marco e abbiamo fatto l’amore così lui s’è preso la mia stessa infezione e senza pensarci su gli ho consigliato la crema che avevo preso.” Posso anche tacere il resto.

E proporre invece a tutti (specie se tifosi milanisti) di imparare a memoria, e recitare tra sé e sé il limpido mea culpa di Borriello, ogni volta che si deve pentire di una cazzata fatta senza pensarci su: “Serenità. Emozioni vere. L’erba di San Siro sotto i tacchetti, il boato dei tifosi quando scendi in campo, il gol, la maglia sudata. Sono solo un calciatore che ha bisogno di stare tranquillo. Lo devo a me stesso, alla mia famiglia, al Milan, che ha investito tanto su di me e che mi ha sempre difeso”. Ricordate? E’ un pezzo dell’intervista di Borriello a “Vanity Fair”, subito dopo la fine della storia con Belen. Emozioni. Vere

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